PESCARA – Non è mai troppo tardi per laurearsi. Lo sa bene Pierpaolo Di Renzo, che a 51 anni ha appena conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Teramo.
Ma con la sua esperienza Pierpaolo ha dimostrato, a sé stesso ancora prima che agli altri, che non è mai troppo tardi neanche per iniziare, anche quando la vita sembra aver preso altre strade. Il “neo dottore” infatti non è uno studente fuori corso giunto finalmente all’agognato traguardo, ma un lavoratore che a 48 anni ha deciso di iscriversi all’università e ora ha concluso – nei tempi – il percorso triennale. È un dipendente di Poste Italiane. Lavora nel Centro Operativo di Pescara come addetto produzione.
“In realtà all’università – spiega il lavoratore studente – mi ero iscritto la prima volta subito dopo il diploma. Avevo scelto Filosofia a Chieti e avevo dato anche diversi esami, ma poi ho dovuto lasciare. Tre anni fa la spinta decisiva è venuta da mia moglie Alfonsina, tra l’altro anche lei dipendente di Poste e laureata in Economia alla Bocconi. È stata un’autentica musa ispiratrice ed è stata lei anche a suggerirmi questa Facoltà, perché mi ritiene un buon comunicatore”.
Lo scorso 23 ottobre Di Renzo ha discusso una tesi dal titolo “Il linguaggio e l’evoluzione comunicativa del Vaticano dal Novecento ad oggi”. Relatore è stato il prof. Leonardo Terrusi, cattedra di linguistica italiana. La tesi contiene anche un’intervista a Mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede.
Il neolaureato spiega il perché di questa tesi: “Sono un attivo uomo di fede cristiano-cattolica e mi ha sempre affascinato la comunicazione della Chiesa al mondo. Così ho voluto approfondire questo aspetto del Vaticano, attraverso le voci, le azioni e l’evangelizzazione dei Pontefici”.
È stato naturale dedicare alla moglie Alfonsina questo traguardo. “In primis a lei, per la grande visione e la sua capacità di stimolarmi continuamente. Poi a tre zii paterni che oggi non ci sono più ma che in vita hanno offerto le loro qualità umane e professionali nella grande famiglia di Poste: Nicola, Antonio e Licia. Un’ultima dedica l’ho espressa pubblicamente nella tesi: alla memoria del caro amico e compagno di fede don Stefano Buccione, che ha lasciato questa vita giovanissimo e improvvisamente a soli 47 anni”.
In Poste dal 1998, Pierpaolo Di Renzo dal 2008 lavora nel Centro Operativo di Pescara (ex CMP) e si occupa della tracciatura in ingresso e in uscita di pacchi e lettere che transitano per l’impianto che ha sede in via Volta e ha competenza per le province di Pescara e Chieti. “Sono entrato come portalettere trimestrale a Villamagna, poi a Fara Filiorum Petri e Ari. Poi a Chieti, prima come ripartitore nel centro di smistamento e poi come autista. Nel 2008 è arrivato il contratto a tempo indeterminato, nell’allora CMP di Pescara. Ora mi occupo delle fasi di ricevimento del prodotto in entrata e in uscita. Il mio è un ruolo di “collante” tra il nostro reparto e chi lavora nelle postazioni manuali, dove do ancora il mio supporto”.
Per conciliare studio e lavoro, il dipendente in questi anni ha usufruito dei permessi garantiti ai “lavoratori studenti”. Poste Italiane prevede permessi retribuiti nella misura massima di 150 ore biennali, anziché nel triennio come previsto dalla legge. Pierpaolo però ci tiene a ringraziare due persone in particolare: “Devo molto ai direttori del CO di Pescara che si sono succeduti in questi tre anni: Alessandro Sabatini e Luca Muscariello. Entrambi mi hanno incoraggiato in questo percorso e si sono mostrati sempre disponibili nei miei confronti. Questa mia motivazione ha inoltre prodotto riflessi positivi anche nel lavoro”.
Il dipendente racconta infine il suo rientro al lavoro da “dottore”. “Sono rientrato il giorno dopo la laurea, alle 7 ero regolarmente in servizio. L’accoglienza è stata festosa, tra strette di mano e complimenti da parte di tutti, anche su Whatsappo. Due colleghi addirittura mi hanno regalato un gufetto portafortuna”.
Infine, un messaggio agli studenti e a chi, oggi non più in età tipicamente universitaria, ha dovuto rinunciare a proseguire gli studi. “Crederci sempre, mollare mai. Lo voglio dire soprattutto a chi è più adulto: credere sempre in ciò che si fa, che sia un percorso di studi oppure una qualsiasi altra cosa. E agire con lealtà e onestà intellettuale nel compiere la propria missione di uomini, di cittadini, di genitori e di lavoratori. Ognuno di noi nel suo piccolo ha l’opportunità di lasciare un segno positivo su questa terra”.
Per Di Renzo il percorso universitario non si è concluso con la laurea triennale. “Voglio proseguire con la Magistrale. Mi sono iscritto al corso “Media, Arti, Culture, Spettacolo” e proprio venerdì ho dato il primo parziale: English language skills in context. È andato bene”.