La CGIL ha lanciato un appello per una manifestazione nazionale a Roma, fissata per sabato 25 ottobre 2025, con l’obiettivo di portare in piazza la rivendicazione per la “Democrazia al Lavoro”. L’iniziativa, promossa dalla CGIL, nasce dalla profonda preoccupazione del sindacato riguardo alle politiche che si stanno delineando nel Paese, in particolare in vista della prossima Legge di Bilancio.
La protesta prenderà il via alle ore 13:30 con il concentramento dei manifestanti in Piazza della Repubblica e si concluderà in Piazza San Giovanni in Laterano.
La CGIL si pronuncia preoccupata per la possibile manovra finanziaria che rischia di tradursi in tagli alla spesa sociale e in misure penalizzanti per lavoratrici e lavoratori. In un contesto economico segnato dall’impoverimento diffuso, il sindacato lamenta i continui tagli alle risorse per settori cruciali come la sanità e la scuola pubblica, rivendica una presa di posizione certa per soluzioni alla precarietà, mentre al contempo denuncia lo sconsiderato aumento per la spesa militare e i nuovi condoni agli evasori fiscali.
L’Associazione di Categoria sostiene con forza che l’unica via per superare la crisi e difendere l’occupazione è investire in politica industriale, rinnovare i contratti di categoria e agire per l’aumento dei salari, rafforzando contestualmente il welfare.
Particolarmente critica è la posizione del sindacato riguardo alle misure sulle pensioni. Viene sottolineato che, nonostante le promesse di abrogazione della Legge Fornero, il Governo starebbe agendo in direzione opposta, introducendo tagli pensionistici e innalzando l’età di accesso alla pensione, sia per quella anticipata che per quella di vecchiaia. A ciò si aggiunge l’indebolimento di strumenti come l’Ape sociale e la sostanziale cancellazione di Opzione donna. La proposta di utilizzare il TFR per anticipare l’uscita per i lavoratori nel sistema contributivo non viene vista come una soluzione risolutiva.
Per queste ragioni, la manifestazione chiede a gran voce: un aumento dei salari con detassazione dei rinnovi contrattuali, maggiori investimenti (industria, pensioni, sanità e scuola), la riduzione della tassazione per dipendenti e pensionati, e un deciso basta alla precarietà.