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Morti e infortuni sul lavoro: Lazio e Abruzzo sotto la lente

. Dati in chiaroscuro per le due regioni del Centro Italia

Lazio e Abruzzo restano al centro dell’attenzione nel nuovo report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, che fotografa la situazione nazionale aggiornata ad agosto 2025. Se da un lato il Lazio si conferma tra le regioni con incidenza più bassa di mortalità da lavoro – tanto da collocarsi in zona bianca (ovvero al di sotto della media nazionale) – l’Abruzzo mostra invece dati più preoccupanti, rientrando in zona arancione, fascia che indica un rischio superiore alla media nazionale ma inferiore al livello critico.

 

Lazio tra le regioni più virtuose, ma con 32 vittime resta alta l’attenzione

Con 32 vittime registrate nei primi otto mesi del 2025, il Lazio mantiene un’incidenza sotto la soglia nazionale (20,6 morti ogni milione di lavoratori) e si posiziona tra le regioni con i dati meno allarmanti insieme a Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Molise. Il risultato, pur incoraggiante, non deve però indurre a sottovalutare il fenomeno: il numero assoluto delle vittime resta infatti tra i più elevati del Centro Italia e riflette la densità del tessuto produttivo e il peso della capitale nell’economia nazionale.

 

Abruzzo in zona arancione: 12 vittime e incidenza sopra la media

Diverso il quadro per l’Abruzzo, che con 12 decessi in occasione di lavoro nei primi otto mesi dell’anno finisce in zona arancione. Qui l’incidenza è superiore alla media italiana, segno che – nonostante il numero assoluto inferiore rispetto a regioni più grandi – il rischio individuale per i lavoratori rimane elevato. Il dato conferma l’urgenza di interventi mirati, soprattutto nei settori a maggiore esposizione, come costruzioni, manifatturiero e trasporti, dove si concentra il maggior numero di incidenti.

 

Profili a rischio: over 65, lavoratori stranieri e lunedì “nero”

Il report evidenzia come, sia nel Lazio che in Abruzzo, i lavoratori over 65 risultino i più vulnerabili (66,5 morti ogni milione di occupati), seguiti dalla fascia 55-64 anni. Rilevante anche il dato sui lavoratori stranieri, per i quali il rischio di morte è più che doppio rispetto agli italiani (43 contro 18 decessi ogni milione). Da notare inoltre che il lunedì è la giornata più pericolosa della settimana (23,7% degli incidenti mortali), a testimonianza di un possibile “effetto rientro” da weekend.

 

Dati nazionali: 681 vittime totali, calano le denunce di infortunio

Il contesto generale resta allarmante: 681 lavoratori hanno perso la vita in Italia nei primi otto mesi del 2025, di cui 493 in occasione di lavoro e 188 in itinere. Sul fronte delle denunce, il totale registra un leggero calo rispetto al 2024: da 386.554 a 384.007 (-0,7%). Le attività manifatturiere, con 45.565 denunce, restano il settore con il maggior numero di infortuni, seguite da costruzioni, sanità, commercio e trasporti.

 

Lazio e Abruzzo: due realtà vicine ma con sfide diverse

Se il Lazio può vantare un sistema di prevenzione che sembra funzionare, pur nel contesto di una regione complessa e ad alta densità lavorativa, l’Abruzzo deve invece fare i conti con un’incidenza ancora troppo elevata rispetto alla media nazionale. Due facce dello stesso Centro Italia che condividono la necessità di rafforzare la cultura della sicurezza, potenziare la formazione e aumentare i controlli nei settori più a rischio. Solo così sarà possibile ridurre davvero il numero – ancora troppo alto – delle vittime sul lavoro.