ROMA – Shock nella Capitale: un noto night club è stato chiuso per 60 giorni, con revoca definitiva della licenza di somministrazione di alimenti e bevande, dopo che un’inchiesta della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza ha scoperto un vero e proprio giro di sfruttamento della prostituzione. Il provvedimento del Questore di Roma segue il sequestro preventivo disposto a metà settembre, volto alla confisca per equivalente di beni mobili e immobili per oltre 500.000 euro.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica, è partita da un normale controllo sulla sicurezza sul lavoro ma ha rivelato uno scenario inquietante: dietro la facciata di un’associazione culturale, il locale era in realtà gestito come centro per prestazioni sessuali retribuite delle ragazze di sala nel privé. A seguito dell’attività investigativa, il gestore era stato già sottoposto agli arresti domiciliari per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Gli accertamenti della Divisione Polizia Amministrativa hanno confermato che l’attività costituiva un grave pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, con comportamenti in palese contrasto con la moralità e il buon costume. Alla luce di questi riscontri, il Questore ha ordinato la sospensione e la revoca della licenza, mentre gli agenti hanno posto i sigilli al locale, ponendo fine a una gestione illegale e segreta sotto la maschera dell’intrattenimento notturno.
Un caso che scuote la Capitale, dimostrando come la criminalità possa nascondersi dietro facciate apparentemente innocue e quanto sia fondamentale il lavoro congiunto di forze dell’ordine e autorità giudiziaria per proteggere la legalità e la sicurezza pubblica.