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Castel di Tora, il sindaco D’Alessandro lancia l’allarme: “La nuova SNAI rischia di essere un attacco ai piccoli comuni”

CASTEL DI TORA — Un duro intervento quello della sindaca di Castel di Tora, Cesarina D’Alessandro, che attraverso i suoi canali ufficiali ha espresso forte preoccupazione per le recenti misure contenute nella Legge di Bilancio 2025, accusando il Governo di agire in modo contraddittorio rispetto agli obiettivi dichiarati di sostegno alle Aree Interne.

«La nuova Strategia Nazionale per le Aree Interne viene presentata come un rilancio — scrive D’Alessandro — ma leggendo i dettagli della manovra economica, il risultato appare il contrario: tagli strutturali che mettono in ginocchio proprio quei territori che si vorrebbero rigenerare.»

Nel dettaglio, la sindaca elenca una serie di tagli significativi, che superano complessivamente 1,3 miliardi di euro in dieci anni, colpendo in particolare i piccoli comuni. Tra i più rilevanti:

  • Un taglio da 600 milioni di euro ai contributi per investimenti in opere pubbliche destinate alla sicurezza di edifici e territorio.

  • La cancellazione del fondo dedicato ai comuni sotto i 1.000 abitanti, istituito nel 2019.

  • Una riduzione progressiva dei fondi per la progettazione degli enti locali.

  • La soppressione del fondo investimenti previsto dalla legge di bilancio 2020.

«Si parla di coesione e inclusione, ma si tolgono i mezzi minimi per garantire servizi essenziali, partecipare ai bandi del PNRR o mantenere scuole e reti locali — osserva D’Alessandro —. È il vero paradosso istituzionale.»

Il Comune di Castel di Tora, sottolinea la sindaca, chiede con forza il ripristino di strumenti finanziari specifici per i piccoli comuni, in particolare:

  1. Il fondo da 58.000 euro annui per i comuni sotto i 1.000 abitanti.

  2. Un fondo strutturale stabile per sostenere progettualità e investimenti di base.

  3. Integrazione reale tra SNAI, PNRR e finanza locale.

  4. Un rafforzamento del fondo per l’efficientamento energetico, con una quota minima di 100.000 euro per comune, o con possibilità di cumulo tra realtà limitrofe.

«Difendere i piccoli comuni — conclude D’Alessandro — non è una battaglia nostalgica, ma una scelta strategica per un’Italia coesa, sostenibile e giusta. I borghi non si salvano con festival o spot istituzionali, ma dando loro i mezzi per vivere, pianificare e costruire futuro.»

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