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Roma, patrimonio abbandonato: la proposta di Gianluca Pietrucci per una rinascita condivisa della Capitale

Roma. In una Capitale sempre più in difficoltà nella gestione del proprio patrimonio immobiliare, la voce di chi propone soluzioni concrete e sostenibili si fa sempre più necessaria. Tra queste, spicca quella di Gianluca Pietrucci, imprenditore romano da anni impegnato sul fronte della rigenerazione urbana e della valorizzazione del patrimonio pubblico in disuso.

Con uno sguardo attento sia alle esigenze sociali che alle potenzialità economiche della città, Pietrucci ha lanciato un appello alle istituzioni locali e nazionali per affrontare con coraggio e visione strategica la questione dei beni comunali e statali abbandonati: box, garage, negozi, palazzi storici, casali, terreni agricoli, ospedali dismessi, caserme, forti militari e perfino le vecchie rimesse ATAC che punteggiano il tessuto urbano e periferico della città eterna.

Tra i simboli più emblematici dello spreco di risorse c’è il “vivaio municipale”, recentemente oggetto di un’inchiesta di RomaToday. Nonostante un investimento pubblico di quasi 200mila euro per la sua riqualificazione, la struttura è rimasta chiusa, lasciando un’intera area senza servizi e senza prospettive.

“Non possiamo più permetterci il lusso dell’abbandono – afferma Pietrucci –. Roma ha centinaia di immobili e terreni pubblici inutilizzati che potrebbero rappresentare un volano per lo sviluppo sociale ed economico, se solo si adottasse una visione strategica e condivisa.”

L’imprenditore propone un modello chiaro e già discusso ai tempi della Giunta Alemanno: una collaborazione pubblico-privato dove i beni pubblici dismessi vengono affidati, tramite progetti trasparenti e vincolati, a costruttori locali. In cambio, questi ultimi metterebbero a disposizione dell’amministrazione palazzine già edificate in periferia, da destinare a edilizia popolare, housing sociale, case famiglia per padri separati o rifugi per senzatetto.

“Non parliamo di svendite – sottolinea Pietrucci – ma di uno scambio virtuoso. È impensabile che immobili pubblici restino inutilizzati mentre l’emergenza abitativa cresce. Bisogna avere il coraggio di usare ciò che già esiste per creare valore e risposte concrete ai cittadini.”

Pietrucci richiama anche l’attenzione sull’importanza di una governance trasparente, che coinvolga sia i Municipi che le associazioni di cittadini: “Serve una regia unica, capace di ascoltare i bisogni reali dei quartieri. E servono controlli, per evitare che queste operazioni si trasformino in nuove occasioni di speculazione.”

Il suo appello arriva in un momento delicato, in cui il tema della casa è tornato al centro del dibattito politico, tra crisi economica e crescente precarietà. Le strutture abbandonate potrebbero diventare spazi di rinascita urbana, presìdi sociali, ma anche nuove opportunità di lavoro e formazione, se rigenerate con visione.

“Roma non ha bisogno di nuove colate di cemento – conclude –. Ha bisogno di ridare vita a ciò che ha già, con intelligenza, etica e senso civico.”

Un messaggio forte, che richiama all’urgenza di un nuovo patto tra istituzioni, cittadini e imprenditori responsabili. E che, nella visione di Gianluca Pietrucci, potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione per la Capitale.