EDITORIALE – Il 13 maggio non è una data qualsiasi per gli appassionati di ciclismo: è il giorno in cui, nel 1909, prese il via la prima edizione del Giro d’Italia. Sono passati 116 anni da quel momento, eppure il fascino della corsa rosa è rimasto intatto, capace di unire generazioni, territori e storie in una lunga epopea su due ruote.
Voluto e organizzato dalla Gazzetta dello Sport, che ne annunciò la nascita nell’agosto del 1908, il Giro partì da Milano e vide trionfare Luigi Ganna, che si portò a casa – oltre alla gloria – un premio in denaro di oltre cinquemila lire, l’equivalente oggi di circa centomila euro. Ma più ancora del premio, a restare impressa nella memoria collettiva fu la sua risposta schietta alla stampa: «me brüsa tanto el cü», che in italiano suona come “mi brucia tanto il sedere”. Un’uscita sincera, quasi comica, che restituiva tutta la crudezza e la fatica dell’impresa e che è entrata a far parte della storia dell’evento che ha da sempre regalato forti emozioni.
Il Giro d’Italia, come tante altre manifestazioni sportive, si fermò solo di fronte alla tragedia delle guerre mondiali, quando anche i ciclisti furono costretti a scendere dalla sella e imbracciare il fucile. Ma ogni volta che tornò, lo fece portando con sé un carico di emozioni, racconti e simboli.
Il più celebre di questi è senza dubbio la maglia rosa, diventata nel tempo non solo il vessillo del leader della classifica generale, ma un’espressione entrata nel linguaggio quotidiano, simbolo di eccellenza, caparbietà e sogno sportivo. Indossarla significa guidare la corsa, ma anche portare sulle spalle la storia e le speranze di un Paese.
Negli anni, il ciclismo italiano ha forse perso il posto d’onore che occupava nella vita degli italiani, scalzato dal calcio e dalle sue luci abbaglianti. Eppure, il Giro ha continuato a raccontare epiche battaglie, regalando pagine di sport che restano nella memoria. Nessun appassionato dimentica la rivalità tra Gino Bartali e Fausto Coppi, due miti opposti nello stile, nel carattere e nella visione del mondo, che tra gli anni ’30 e ’50 hanno trasformato ogni tappa in una sfida di orgoglio, talento e volontà.
Oggi il Giro è molto più di una competizione: è una sorta di romanzo popolare che ogni anno attraversa borghi e montagne, coste e città d’arte, raccontando l’Italia come nessun’altra manifestazione sa fare. È una lente sul paesaggio e sull’identità nazionale, un viaggio che lega passato e presente in un unico, affascinante racconto a pedali.
In un’epoca sempre più veloce e digitale, il Giro conserva il valore antico della fatica, della resistenza, del gruppo e della speranza. Ed è forse proprio per questo che continua ad affascinare, anno dopo anno, anche chi non si considera tifoso. Perché il Giro d’Italia è, in fondo, la storia di tutti noi che, come Ganna, possono accusare la stanchezza, ma sempre pronti per arrivare dritti alla meta.
La storia del Giro d’Italia oltre ad essere affascinante è da sempre intrisa di altri argomenti oltre a quello principale dello sport ciclistico che è tra i più amati a livello nazionale. La comunicazione gioca ed ha giocato in passato un ruolo determinante nella trattazione di cronaca giudiziaria correlata ad una plularità di accadimenti. Oggi più che mai occorre riflettere sull’etica che il giornalismo deve osservare nel contesto della narrazione sportiva in generale, per i giornalisti questo evento ha fornito spunti rilevanti su cui riflettere ed in particolare proprio sul ciclimo: sport che è riuscito ad unire tutti.
Interessante il confronto sulla storia del Giro con Davide Cassani che attualmente è un importante dirigente sportivo, ex ciclista su strada e commentatore televisivo italiano. Professionista dal 1982 al 1996, come noto vinse due tappe al Giro d’Italia. Dal gennaio del 2014 è stato CT della nazionale italiana maschile élite di ciclismo su strada.
IL GIRO D’ITALIA 2025
L’evento ha avuto inizio il 9 maggio scorso con la tappa Durres – Tirana, lunga 164 km, e si concluderà a Roma il 1 giugno 2025 dopo 141 km di percorso. Importante la variante dello sterrato, con 38 km divisi in due tappe, mentre nella Gubbio-Siena 30 km su 181 sono gli stessi della classica primaverile Strade Bianche. Come tappa regina e più impegnativa ci sarà quella Verrés-Sestriere, nei cui 203 km di percorso ci sarà la prova finale in quanto penultima prova.
LA TAPPA DI TAGLIACOZZO
Il 16 maggio 2025 è ormai alle porte e la Marsica è protagonista per la tappa del Giro d’Italia Castel di Sangro – Tagliacozzo. Un appuntamento territoriale organizzato in grande stile. Si tratta di un percorso di 168 Km che interessa diverse località della terra forte e tentile partendo dalla bella Roccaraso, prseguendo per Monte Uranio e per arrivare a Magliano dei Marsi, Scurcola Marsicana, poi Tagliacozzo e conclusione in grande stile alla salita del bivio di Marsia di Tagliacozzo. Si tratta di una delle salite più importanti del Giro d’Italia. Con l’arrivo in salita di Tagliacozzo nella tappa 8 arriverà verosimilmente la prima spallata alla classifica generale.
Le tappe
Tappa 1 9 maggio: Durres – Tirana (164km)
Tappa 2 10 maggio Tirana – Tirana (13,7km ITT)
Tappa 3 11 maggio Valona-Valona (160km)
Tappa 4 13 maggio Alberobello – Lecce (180km)
Tappa 5 14 maggio Ceglie Messapica – Matera (145 km)
Tappa 6 15 maggio Potenza – Napoli (226 km)
Tappa 7 16 maggio Castel di Sangro – Tagliacozzo (168 km)
Tappa 8 17 maggio Giulianova – Castelraimondo (197 km)
Tappa 9 18 maggio Gubbio – Siena (181 km)
Tappa 10 20 maggio Lucca – Pisa (28,6 km crono)
Tappa 11 21 maggio Viareggio – Castelnove Ne’ Monti (185 km) Tappa 12 22 maggio Modena – Viadana (172 km)
Tappa 13 23 maggio Rovigo – Vicenza (180 km)
Tappa 14 24 maggio Treviso – Nova Gorica/Gorizia (186 km)
Tappa 15 25 maggio Fiume Veneto – Asiago (214 km)
Tappa 16 27 maggio Piazzola sul Brenta – San Valentino (199 km)
Tappa 17 28 maggio San Michelle all’Adige – Bormio (154 km) Tappa 18 29 maggio Morbegno – Cesano Maderno (144 km) Tappa 19 30 maggio Biella – Champoluc (166 km)
Tappa 20 31 maggio Verres – Sestrieres (203 km)
Tappa 21 1 giugno Roma-Roma (141 km)