Cerreto Laziale – Già collaboratrice della Biblioteca di Ciciliano, Maria Vittoria De Mutiis, di Cerreto Laziale, ha da poco esordito anche come poeta, con due libri usciti a corta distanza l’uno dall’altro e pubblicati entrambi da L’Inedito: Luminosi diaframmi (2023) e Neutro presente (2024). Si sa che uno degli ostacoli maggiori della poesia locale sia quello di liberarsi da un’idea essenzialmente bozzettistica e confessionale della scrittura: ecco, il percorso che sta compiendo De Mutiis va proprio in direzione di questo sforza, che si nota proprio mettendo affianco i due libri. Luminosi diaframmi, fin dal titolo, si mostra infatti più disposto a una scrittura dell’incanto, quindi anche dell’incanto naturale («Scorri scava scroscia / fresca fragorosa fluttuante / acqua di torrente / d’inverno dopo la pioggia»), con l’idea che «l’infinito ci attraversa colmandoci»; ma sono piccole spie linguistiche a segnalare che nell’intercapedine di questo incanto si muovano anche agitazioni e spine, ovvero «appendici disergonomiche», «spazio socialmediatico», «bagliori di tungsteno» e così via.
È a partire da queste spie, infatti, che si sostanzia il secondo capitolo dell’autrice, più corposo e pensato. Neutro presente è d’altronde diviso in tre parti, Acido, Basico e Neutro, di cui si riconosce l’intento di evidenziare un lato più corrosivo, uno più accogliente e un tentativo di sintesi finale («corpo e testa / in un neutro presente / ph compatibile»). Rispetto a Luminosi diaframmi questo libro appare concettualmente più centrato, quindi, ma anche più convintamente rivolto a far emergere le fratture, quell’«attitudine al contrasto» che De Mutiis forse eredita anche dai suoi interessi scientifici (la chimica e la tecnologia appaiono spesso) e dai suoi gusti musicali (i Marlene Kuntz, nota band noise rock italiana, sono messi addirittura nella quarta di copertina del primo lavoro). Riassumendo, quindi, ci troviamo di fronte a una poeta che – com’è giusto – sta ancora costruendo la sua lingua, che per questo si vede anche oscillare tra toni e temi contrapposti. La volontà di fare della poesia qualcosa di diverso dalla semplice effusione soggettiva, però, ci invita a tenerla sott’occhio e a sostenerla, soprattutto se messa a confronto, come dicevo, con un panorama locale tendente per contro a un attardatissimo romanticismo paesaggistico.