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Festa di Natale alla Scuola dell’Infanzia di Carsoli. Rita Conti apre il confronto con una lettera aperta

bambini-babbo-natale-2Carsoli. Nel merito della festa di Natale alla scuola dell’infanzia di  Carsoli, da noi recensita con questo articolo: http://www.confinelive.it/blog/i-bambini-testimoniano-la-gioia-e-la-fede-intensa-liturgia-animata-dalla-scuola-dellinfanzia-di-carsoli/ , riceviamo ed integralmente pubblichiamo questa lettera aperta inviata da Rita Conti:

Sono la nonna di due bambini frequentanti la scuola dell’infanzia di Carsoli e sono un’insegnante di una scuola pubblica  da più di trent’anni.  Ho partecipato alla festa di natale della scuola, poichè il mio nipotino mi ha chiesto di andarlo a vedere in chiesa. 

Tra me e me mi son chiesta “perché in chiesa” ed ho pensato che forse era per motivi di spazio e per mettere insieme il festeggiamento con qualche aspetto più legato alla religione. Sinceramente non mi aspettavo una Santa Messa. Chiarisco subito che non sono atea, ne ho nulla contro la religione cattolica o qualunque altra, anzi, la dimensione spirituale e della religiosità è un aspetto insito nella persona. Non sono praticante, per diversi motivi che non è necessario specificare in questa sede. Le mie riflessioni, a proposito della festa, vanno in una direzione esclusivamente pedagogica e rispettosa delle caratteristiche dell’infanzia compresa tra i tre e cinque anni.

Come insegnante sostengo il valore di una scuola inclusiva, di un contesto educativo che sappia mettere insieme ogni differenza e sappia dare ad essa la considerazione che merita, senza giudizi e senza pretese di scale di valori più rispettabili o meno.

Oggi ho ascoltato una frase all’inizio della festa, che mi ha lasciato un po’ di amarezza e a dirla tutta anche qualche punta di fastidio ..”siamo orgogliosi della nostra tradizione”….

mi chiedo: Perché orgogliosi della “nostra” , ogni tradizione è un pezzetto di mondo e come insegnante sono orgogliosa dei  miei alunni quando mi regalano racconti delle loro tradizioni che vengono da ogni parte del mondo perché arricchiscono una comunità educativa  che cresce come comunità nella quale si riconosce la differenza del singolo.

La scuola pubblica è laica, ma non voglio ricadere nelle infruttuose polemiche che ben si prestano a speculazioni che non condivido.  Ai miei nipotini ho raccontato la storia del Natale, come una fiaba vera e i protagonisti sono una mamma e un papà che aspettano la nascita del loro bambino che si chiamerà Gesù e insieme a loro lo aspettano in tanti e quando nasce tutti vanno a trovarlo, poiché si dice che quel bimbo sia nato per salvare il mondo  e le persone.

In un contesto storico come quello di adesso, nulla di più attuale e necessario di questa fiaba vera: famiglie erranti e bimbi che nascono nel faticoso viaggio di tante vite , ma ogni bimbo che nasce  e tutti i bimbi stupendi che oggi erano lì sono dei “salvatori” se sappiamo farli crescere non con l’orgoglio di un’unica tradizione o di un unico modello ma con la capacità di accogliere e guardare più in la di un ristretto orizzonte. Dov’erano oggi i bambini e le famiglie che danno un altro nome a Dio o non lo chiamano affatto perché hanno una visione diversa della vita ? E se erano li,  come hanno potuto rispondere  ad un  rito cattolico che ignorano? Saranno stati in silenzio e se non erano li perché in una chiesa non si sentono a casa loro saranno stati degli esclusi.

Signor Parroco, quando lei ha parlato del corpo e del sangue di Gesù, provando a dire ai bimbi che Gesù sarebbe venuto , ha pensato che i bimbi così piccoli non accedono al simbolo,  ma  alle parole danno un senso letterale. Cos’avranno pensato e provato?

Grazie comunque all’impegno delle insegnanti che in queste circostanze mettono in gioco sempre tante energie. Grazie  a chi pur non chiamando Dio col nostro nome o non chiamandolo affatto ha risposto con rispettoso silenzio. Posso permettermi di dire che la “festa di oggi non risponde all’indicazione della cometa?

Auguri di buona vita a tutti

Rita Conti

P.S. tanto per chiarire: non appoggio la corrente dei contrari alle feste di Natale a scuola;  ho apprezzato molto quella dello scorso anno, durante la quale sono stati protagonisti i bambini che con la loro spontaneità  hanno egregiamente dato vita alla fiaba vera del Natale.”