SUBIACO – Era il 29 ottobre 1465 quando Subiaco entrava nella storia come culla della stampa a caratteri mobili in Italia, grazie al monastero benedettino di Santa Scolastica, il più antico del mondo. Quest’anno, in occasione del 560° anniversario, la città celebra questo primato prestigioso, riconosciuto anche dal Ministero della Cultura, che ha nominato Subiaco Capitale Italiana del Libro 2025.
I protagonisti di questa rivoluzione culturale furono due chierici tedeschi: Arnold Pannartz, probabilmente di origine boema, e Conrad Sweynheym, proveniente dalla diocesi di Magonza. In fuga da Magonza, i due trovarono ospitalità nella comunità monastica di Subiaco e convinsero i monaci a investire nella fabbricazione del necessario per la stampa a caratteri mobili.
I monaci, eredi di una lunga tradizione scrittoria, divennero così i primi artigiani tipografici italiani, aprendo una nuova epoca per la diffusione del sapere. Tra le prime opere stampate si ricorda un incunabolo che raccoglie tre testi di Lattanzio: Divinae institutiones, De ira Dei e De opificio Dei, che indica chiaramente il luogo e la data di produzione: Subiaco, 29 ottobre 1465.
Altri tre libri seguirono durante la permanenza di Pannartz e Sweynheym: il Donatus pro puerulis (grammatica latina di Elio Donato, di cui non sopravvivono esemplari), il De oratore di Cicerone (senza data di realizzazione) e il De civitate Dei di Sant’Agostino, ultimato il 12 giugno 1467.
Questo primato storico consegna a Subiaco l’orgoglio di essere la culla del libro stampato in Italia, rendendo la città un vero e proprio astro intramontabile nel panorama della cultura nazionale e un punto di riferimento per studiosi e appassionati di storia del libro.