Bologna – Sono trascorsi 45 anni dalla strage di Bologna, uno degli attentati più gravi e laceranti della storia repubblicana italiana. Il 2 agosto 1980, alle ore 10:25, una bomba ad alto potenziale esplose nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione centrale, causando 85 morti e oltre 200 feriti. Oggi, come ogni anno, Bologna si ferma per ricordare.
Alle commemorazioni ufficiali hanno preso parte autorità istituzionali, familiari delle vittime, rappresentanti dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna e cittadini comuni, a testimoniare una memoria che resiste nel tempo.
L’attentato, compiuto da ambienti neofascisti legati ai Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), si inserisce nella cosiddetta stagione della strategia della tensione, un periodo buio in cui il terrorismo nero colpì al cuore la democrazia italiana con l’obiettivo di destabilizzare le istituzioni.
Per la strage furono condannati in via definitiva Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, tutti appartenenti all’area neofascista. Accertati anche depistaggi e coperture da parte di esponenti dei servizi segreti, tra cui Licio Gelli, venerabile della loggia massonica P2, anch’egli condannato per calunnia aggravata.
Il ricordo della strage di Bologna non è solo un esercizio di memoria, ma anche un impegno civile e collettivo contro ogni forma di violenza e oscurità. La città, oggi come allora, rinnova il proprio rifiuto verso ogni tentativo di revisionismo e riafferma il valore della verità e della giustizia.
Durante la cerimonia di oggi, il sindaco di Bologna ha sottolineato: “Non esiste futuro senza memoria. Le nuove generazioni devono sapere cosa è accaduto il 2 agosto 1980, perché solo così potremo impedire che la storia si ripeta”.
Anche quest’anno, come da tradizione, alle 10:25risuona in tutta la città il fischio del treno, seguito da un minuto di silenzio. Bologna si è fermata, e con essa l’Italia intera, per non dimenticare.