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Villa Adriana, svuotate le vasche del Canopo, Pecile e del Teatro dopo oltre 50 anni

La villa dell’imperatore Adriano torna a far parlare di sé. E lo fa per la manutenzione di alcuni dei suoi luoghi più belli e famosi. Come comunicato dell’ente che gestisce i patrimoni culturali tiburtini Villae, l’intervento interesserà lo svuotamento, la bonifica di tutto l’impianto archeologico e il successivo riempimento dei bacini d’acqua dei complessi del Canopo, Pecile e Teatro Marittimo.

L’elemento idrico – commenta il direttore delle VILLÆ, Andrea Bruciati – è connotativo del paesaggio di Villa Adriana e il coraggioso intervento di Salvatore Aurigemma nel dopoguerra ha saputo ribadire il valore costitutivo del sito, inteso dallo stesso Raffaello come villa d’acqua. La tutela e la valorizzazione dell’area archeologica passano dall’intervento sui bacini, che prelude ad uno studio sulle possibilità di reimmissione dell’acqua in altri spazi del sito, per rafforzarne gli aspetti identitari. Questa è un’occasione unica per i nostri ospiti perché dopo quarant’anni consente di scoprire il lato nascosto della villa e in prospettiva di arricchire eccezionalmente l’esperienza di visita, nonché di recuperare preziosi elementi di conoscenza del complesso adrianeo.”

Il fervore di attività seguito alla Seconda Guerra Mondiale diede inizio a una nuova stagione di Villa Adriana non solo per riparare i danni dovuti al conflitto, ma anche per migliorarne significativamente l’offerta culturale, secondo un preciso disegno politico che intendeva includere il sito nel futuro assetto turistico della penisola.  Nel decennio 1950-60, infatti, grandi cantieri di scavo e restauro, finanziati dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, rinnovarono il volto dell’area archeologica. Le concomitanti scoperte presso il Canopo, con la messa in luce della lunga vasca conclusa dal Serapeo e il ritrovamento sul fondo dell’importante ciclo statuario che ne costituiva l’arredo scultoreo, permisero di recuperare uno dei complessi più famosi della villa tiburtina. Il restauro della vasca, la ricostruzione del colonnato nella porzione settentrionale, il posizionamento lungo i bordi di copie delle sculture appena rinvenute e il ripristino dell’acqua, che coinvolse anche il Pecile e il Teatro Marittimo, condussero ad una vera e propria rivoluzione nella percezione della villa, percorsa da profondi cambiamenti che indussero a ripensare il percorso di visita, nell’intento di offrire un’accoglienza adeguata al nuovo pubblico alle soglie del boom economico. Il mondo era infatti profondamente cambiato e si era lasciato alle spalle l’approccio elitario dei viaggiatori del Grand Tour del Sette e Ottocento, di cui in fondo Marguerite Yourcenar era ancora espressione, a favore di un turismo allargato ad ampi strati di popolazione. In questa temperie anche il cinema scoprì Villa Adriana: gli schermi italiani e internazionali promossero il sito a cartolina del Bel Paese, aprendo la strada al suo immenso successo turistico e consolidandone alcuni aspetti iconici nell’immaginario collettivo