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Palazzo Ardinghelli rinasce e diventa polo della creatività contemporanea: il restauro e il Maxxi L’Aquila

L’Aquila – Un palazzo straordinario restituito alla collettività. Un pezzo di storia della città che torna a vivere e a interagire con il territorio. Un gioiello del barocco aquilano che rinasce dopo un attento restauro e diventa polo della creatività contemporanea, laboratorio di futuro: è Palazzo Ardinghelli, storica dimora dell’omonima famiglia di origine toscana e uno dei palazzi nobiliari più belli e singolari dell’Aquila e dell’Abruzzo. Un esempio ammirevole di collaborazione internazionale e interistituzionale.

Un contributo alla ricostruzione della città dopo il sisma del 2009, all’insegna della cultura. Tutto questo è MAXXI L’AQUILA, progetto che ha visto MiBACT e Fondazione MAXXI – di concerto con il Comune di L’Aquila, la Regione Abruzzo e le istituzioni del territorio tra cui l’Università, il Gran Sasso Science Institute, l’Accademia di Belle Arti, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, il Teatro Stabile e molte altre ancora – impegnati insieme per un grande obiettivo: contribuire al rilancio del territorio ferito dal sisma attraverso la cultura, recuperando con un sapiente restauro Palazzo Ardinghelli, il magnifico palazzo settecentesco devastato dal terremoto, restituendolo alla suggestiva bellezza barocca dei suoi spazi luminosi, multiformi e avvolgenti, e offrendolo alla comunità come nuovo luogo collettivo, una piattaforma di creatività culturale, aperta, condivisa, al servizio della rinascita della città.

Palazzo Ardinghelli restaurato, corte interna, foto di © Andrea Jemolo

Il restauro di Palazzo Ardinghelli – realizzato grazie al generoso contributo della Federazione Russa e frutto di otto anni di lavoro certosino degli esperti e dei tecnici dei Beni culturali del territorio – è stato presentato a L’Aquila sabato 5 settembre 2020, in un incontro all’aperto davanti al Palazzo, in Piazza Santa Maria Paganica, da pochi giorni dotata di un nuovo impianto di illuminazione che ne fa risplendere la bellezza anche di sera, ulteriore contributo del Comune alla riqualificazione urbana.

Introdotti da Margherita Guccione, Direttore generale per la creatività contemporanea del MiBACT e Pietro Barrera, Segretario generale della Fondazione MAXXI, sono intervenuti Anna Laura Orrico, Sottosegretario del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo; i Consiglieri dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia Alexey Fadeev e Konstantin Belyaev; Stefano D’Amico, Segretario regionale del MiBACT per l’Abruzzo; Alessandra Vittorini, Soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città dell’Aquila e i Comuni del Cratere; Marco Marsilio, Presidente Regione Abruzzo; Pierluigi Biondi, Sindaco dell’Aquila; Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI. Erano presenti Hou Hanru, Direttore artistico del MAXXI e Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte che curerà la mostra inaugurale, un rappresentante di Enel, storico partner del museo, primo socio fondatore privato della Fondazione MAXXI dal 2015.

Palazzo Ardinghelli

Storia Storica dimora dell’omonima famiglia di origine toscana, Palazzo Ardinghelli è considerato uno dei massimi esempi del barocco aquilano ed è l’unico nella regione che ha la facciata con balconata a quota variata. Situato in pieno centro storico, in piazza Santa Maria Paganica, fu edificato tra il 1732 e il 1743, dopo il grande terremoto che nel 1703 distrusse la città.

Progettato dall’architetto romano Francesco Fontana, figlio del più celebre Carlo, è caratterizzato da un cortile porticato da cui parte lo scalone monumentale di derivazione borrominiana sovrastato dai dipinti dell’artista veneto Vincenzo Damini, che rappresentano i Quattro Continenti e l’Aurora, datati 1744. Proprio la corte interna che attraversa l’edificio, collegando piazza Santa Maria Paganica e via Garibaldi, renderà il museo uno spazio urbano pubblico aperto alla città, creando un filo ideale con la piazza del MAXXI a Roma, disegnata da Zaha Hadid, che unisce due aree del quartiere Flaminio.

Nelle prime due sale del piano nobile fanno bella mostra due camini monumentali. Dalla parte opposta, invece, dopo il Salone principale, oggi Sala della Voliera, e una teoria di stanze incastonate una dentro l’altra, il cerchio di un ideale percorso si conclude con la cappella di famiglia, dove sarà esposta l’opera pensata appositamente dal maestro Ettore Spalletti. Dopo la morte di Filippo Ardinghelli, per il Palazzo sono iniziati secoli di progressivo degrado. Alla fine del secolo scorso, ha ospitato prima gli Uffici della Pretura, poi l’Anagrafe del Comune, sino a essere venduto al Demanio dello Stato e, alla fine del 2008, affidato al MiBACT.

Palazzo Ardinghelli post sisma, corte interna

Dopo pochi mesi, il terremoto dell’aprile 2009 ha danneggiato gravemente la struttura del palazzo, che già versava in una generale condizione di abbandono. Il restauro e la progettazione museale era difficoltoso anche solo entrare dentro la corte di Palazzo Ardinghelli, all’indomani del sisma del 2009. La forte scossa della notte del 6 aprile aveva causato il ribaltamento delle pareti del cortile, con crollo parziale del porticato, oltre a diversi danni all’apparato dei saloni del piano superiore, dovuti al massiccio crollo in diversi punti della copertura.

Nella corsa alla solidarietà internazionale verso la città colpita dal disastroso terremoto, il Governo della Federazione Russa ha subito individuato due beni monumentali da adottare per garantirne il restauro: la Chiesa di San Gregorio Magno, nella frazione di San Gregorio e, nel cuore dell’Aquila, proprio Palazzo Ardinghelli, cui è stato destinato un generoso contributo di 7,2 milioni di Euro.

I tecnici del MiBACT hanno sottoposto il Palazzo a un sapiente intervento di restauro conservativo, consolidamento, miglioramento sismico e parziale ricostruzione delle parti crollate (come la copertura di uno dei saloni del piano nobile, la Sala della Voliera, dove è stato ricostruito lo scheletro del soffitto a padiglione distrutto dal sisma).

Il Segretariato regionale per l’Abruzzo (stazione appaltante) e la Soprintendenza unica per l’Aquila e il cratere hanno realizzato l’imponente progetto di restauro. E negli ultimi anni, in stretto collegamento con la Fondazione MAXXI, attraverso la costituzione di un tavolo tecnico che ha visto cooperare sinergicamente questi enti con costanti sopralluoghi ed incontri, hanno reso possibile l’adeguamento degli spazi settecenteschi alla nuova funzione espositiva, dedicata alla contemporaneità.

Verso MAXXI L’AQUILA

L’imponente e raffinata cifra di Palazzo Ardinghelli, questa sua innata spazialità che crea un naturale percorso nella successione dei saloni e delle stanze, ha fatto sì che il Ministro dei beni culturali Dario Franceschini, in visita a L’Aquila nel 2014, vedesse l’edificio già destinato a diventare uno spazio espositivo d’eccellenza. Da quella prima suggestione è nato il progetto MAXXI L’AQUILA, uno spazio dedicato alla creatività contemporanea, un laboratorio di futuro nel pieno della storia della città, in uno dei suoi monumenti più affascinanti.

Palazzo Ardinghelli, magistralmente restaurato, sta per diventare ora un centro vivo di cultura non solo per la città dell’Aquila, tappa concreta di un processo di recupero del patrimonio che ruota intorno al valore sociale, inclusivo ed identitario dei beni culturali, legandoli a una loro vitale e quotidiana fruizione, per dare senso e contenuto ai luoghi restaurati.

Venerdì 30 ottobre 2020, alla presenza del Ministro dei beni culturali Dario Franceschini e dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Sergey Razov, con la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti, che ha supportato la realizzazione degli apparati tecnologici per la nuova funzione museale del Palazzo, MAXXI L’AQUILA sarà inaugurato. Il progetto espositivo è stato pensato per valorizzare fin da subito l’architettura del Palazzo appena restaurato, in relazione con le committenze realizzate appositamente da cinque importanti artisti italiani individuati dal Ministero nel 2015: Elisabetta Benassi, Daniela De Lorenzo, Alberto Garutti, Nunzio e il maestro Ettore Spalletti, recentemente scomparso, cui è dedicato uno degli spazi più suggestivi. A queste opere si aggiunge il progetto di Anastasia Potemkina, giovane artista russa, prodotto in collaborazione con la V-A-C Foundation di Mosca e realizzato con la partecipazione dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, come primo passo per valorizzare il dialogo tra artisti russi e italiani in un edificio storico restaurato grazie a una generosa donazione della Federazione Russa. Un’attenzione speciale è data alla fotografia, con la committenza affidata a Paolo Pellegrin e dedicata alla città de L’Aquila, e quella affidata a Stefano Cerio, dedicata al territorio abruzzese.

Questo denso percorso sarà integrato e rafforzato da una selezione di opere provenienti dalle collezioni di arte, architettura e fotografia del MAXXI scelte per la loro capacità di riflettere sugli ambiti spaziali ideali e materiali che determinano il luogo o ne sono determinati. La mostra è quindi occasione per esplorare e sperimentare tutti gli spazi del museo, dalla corte allo scalone principale, dalla cappella alla teoria di sale espositive che si susseguono senza soluzione di continuità, in un itinerario che da un lato guarda allo straordinario lavoro di restauro realizzato per restituire l’edificio alla città e al pubblico, dall’altro accompagna le riflessioni sul sodalizio tra la luce, il colore, lo spazio e l’ambiente e la sua percezione, in una scala urbana e territoriale tra il visionario e l’utopico, attraverso i lavori di autori come Monica Bonvicini, Maurizio Cattelan, Enzo Cucchi, Bruna Esposito, Giulio Paolini, Piero Manzoni, Maurizio Nannucci, Liliana Moro, Sou Fujimoto, Superstudio, Giovanni Michelucci, Bernard Khoury, Yona Friedman, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte, Olivo Barbieri, Allora & Calzadilla.