The news is by your side.

Packaging per tavolette di cioccolato: tre cose da sapere per un design perfetto

Al pari di molti altri generi alimentari, anche il cioccolato in tavolette necessita di un packaging che sia in grado di assolvere a diverse funzioni. Per prima cosa, infatti, esso deve consentire la distribuzione su larga scala del prodotto, preservando le sue qualità e la sua integrità fino al momento della vendita in negozio, al supermercato o in qualsiasi altro esercizio pubblico.

Non solo: le confezioni delle tavolette di cioccolato andrebbero progettate in maniera tale da rendere facile e intuitiva sia l’apertura dei singoli pezzi, sia la successiva conservazione in dispensa. In questo modo, il consumatore potrà assaggiare una parte del prodotto e riporre quella rimanente in un luogo adatto, senza che ciò comporti alterazioni e/o contaminazioni.

Infine, non bisogna dimenticare che il packaging ha anche uno scopo prettamente commerciale, ossia quello di “catturare” l’attenzione dei potenziali clienti, spingendoli all’acquisto. Ed è qui che entrano in gioco vari aspetti inerenti alla comunicazione, come l’uso sapiente dei colori e delle immagini, la scelta di un font particolare, l’inserimento di segni grafici per veicolare un preciso messaggio, oppure per porre in evidenza alcuni termini o espressioni ritenuti caratterizzanti.

Insomma, come si può comprendere da questa introduzione, creare un buon packaging per barrette e/o tavolette di cioccolato è tutt’altro che semplice. In casi del genere, quindi, conviene affidare sia lo sviluppo, sia la stessa realizzazione delle confezioni, ad una ditta specializzata, considerando questa scelta come un vero e proprio investimento sul successo del prodotto.

Entriamo nel dettaglio, ora, e scopriamo le caratteristiche di un buon packaging per il cioccolato.

1. Materiali

Il materiale più adatto per le confezioni delle tavolette di cioccolato, allo stato attuale, è il polietilene (PE). Si utilizzano spesso anche due varianti: il polietilene tereftalato (PET) e il polietilene a bassa densità (LDPE). Una combinazione assai comune è detta “triplice accoppiato” ed è composta da PE, PET e alluminio. In alternativa, si può optare per il mix tra polipropileni e carta con apertura trasparente, l’unico che consente di vedere il contenuto dall’esterno.

2. Valore percepito

Materiali e grafica influiscono fortemente sul valore percepito del prodotto. Per esempio, le confezioni dai toni scuri (come nero, blu, marrone, ecc.), con dettagli oro e/o argento ed un font in stile calligrafico, rimandano ad un immaginario classico e, per questo, sono indicate per quei brand che desiderano “strizzare l’occhio” al passato e alla tradizione. Non solo: un packaging di questo tipo, accrescendo il valore percepito del prodotto, risulta perfetto per una limited edition, ancora più appetibile, spesso, agli occhi di un consumatore

3. Ingredienti

Per legge i prodotti alimentari devono riportare sulla confezione la lista completa degli ingredienti, insieme ai valori nutrizionali e ad altre informazioni rivolte al consumatore, come la data di scadenza, le modalità di preparazione e i tempi di cottura (se previsti), ecc.

In aggiunta, il produttore può scegliere di evidenziare alcuni elementi considerati di rilievo, come la presenza di un particolare ingrediente. Ad esempio, nel caso di una tavoletta di cioccolato, il packaging dovrebbe indicare chiaramente il gusto (es. fondente o al latte), la percentuale di cacao o, ancora, il tipo di farcitura (es. al caramello o con crema alla nocciola), se presente.

Tali informazioni, al pari dell’immagine di presentazione, rendono il prodotto immediatamente riconoscibile e, soprattutto, invitante per una determinata fascia di consumatori.