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Monterotondo: allontanamento degli storni e pulizia di Parco della Rimembranza

Dopo la pulizia delle aree interessate è già in programma, per il mese di febbraio 2021, un intervento di potatura

Monterotondo – Rapaci in volo e “grido d’angoscia”, questo l’abbinamento di metodi incruenti messo in campo dai “Falconieri Romani” di Monterotondo per disabituare gli storni allo stanziamento nel centro abitato della città.

“La metodologia adottata ha previsto l’abbinamento del volo dei rapaci predatori con un nuovo strumento che produce il cosiddetto ‘grido d’angoscia’: una emissione sonora amplificata, sperimentata in collaborazione con l’Università di Sassari, che simula le grida strazianti degli storni catturati e predati. Da alcuni decenni infatti questa specie di volatili tende a trascorrere le notti nelle città e nei centri urbani perché vi trova condizioni climatiche più favorevoli e maggiori condizioni di sicurezza dovute alla quasi totale assenza di predatori naturali e di cacciatori”, così spiega in una nota Maurizio Alessandrini, titolare della ditta di Pomezia incaricata, la “Falconieri Romani”.

Dopo l’intervento di allontanamento degli storni di venerdì 31 ottobre, si sono concluse nelle prime ore di questa mattina le operazioni di pulizia del Parco della Rimembranza e dell’anello stradale del Giardino del Cigno.

Si sono concluse nelle prime ore di questa mattina le operazioni di pulizia delle aree interessate tramite uso di acqua a 90º in pressione senza additivi. Inoltre il servizio Infrastrutture ha già messo in programma per febbraio un intervento di potature per il parco della Rimembranza.

“Occorre intervenire sulla struttura degli alberi, senza danneggiare le piante – afferma la Vicesindaca Isabella Bronzino – per fare in modo che non siano più adatti alla sosta notturna degli Storni. Una riconfigurazione delle chiome che rispetta la naturale conformazione degli alberi, impedendo, per i 3-5 anni successivi, che possano essere utilizzati come dormitori. Ciò si ottiene sfoltendo l’apparato di rami, riducendo così l’effetto di protezione dal vento e aumentando quindi le correnti d’aria tra gli stessi rami con una conseguente alterazione del microclima presente all’interno della chioma; il taglio interessa soprattutto i rami con diametro di 2 cm, ossia quelli maggiormente idonei alla presa delle zampe”.