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“Il direttore” di Filomena Iovinella, una riflessione sul mondo della comunicazione fra verità e annebbiamento dei fatti

"Nessuna notizia è pura fino in fondo ma è il suo contorno sfumato a rendere visibile la dimensione dell'uomo e la sua condotta".

Quanto costa la verità e quanto siamo disposti a rischiare per lottare contro la mistificazione dei fatti? Nel romanzo Il direttore (Luoghi Interiori, 2021) Filomena Iovinella propone un’opera dalla trama giornalistica che lascia con il fiato sospeso e riflette sull’importanza della corretta informazione.

In questo libro dal ritmo incalzante la scrittrice mette a fuoco il complesso mondo della comunicazione e del giornalismo, dopo essere stata ispirata da fatti di cronaca che l’hanno scossa nel profondo. Come molte delle sue opere, anche questo romanzo nasce da un’esperienza o fatto che ha segnato l’autrice, generando in lei la necessità di raccontare. Ciò che emerge ne Il direttore è una personale riflessione, che si trasforma in denuncia, sul mondo dell’informazione oggi esposto al fenomeno della manipolazione, della poca memoria dei fatti, del fogging, ovvero dell’annebbiamento della verità.

Il libro ruota attorno alle vicende di quattro personaggi: George, Julie, Nancy e Andrea, i quali incarnano differenti modi di fare giornalismo. George è l’immagine della “vecchia scuola”, della ricerca e accertamento della notizia, dell’informazione su carta stampata, così come lo è la sua Julie, assassinata da una spia a causa di un’inchiesta che stava portando avanti in segretezza e nel silenzio di notti insonni.

L’amore fra i due rappresenta il connubio fra il giornalismo ancorato alla verità e il coraggio, che non deve mai mancare per chi svolge questa professione. Parlare di verità nell’ambito della comunicazione giornalistica chiama in causa direttamente il problema deontologico e dunque etico, tematica che l’autrice affronta nel libro con acume, e profondo spirito critico e analitico.

Il tema della verità è il sangue pulsante che scorre tra le pagine de Il direttore e fa da contraltare alla dimensione dell’informazione in cui impera la nebbia e la falsificazione del reale.

Diffidate dalle notizie. Siamo invasi da profili falsi, da false notizie, da allarmismi pilotati da strategia di controllo e noi qui dentro a questo mondo virtuale, a sguazzare come idioti, chissà cosa avrebbe detto Julie se fosse ancora tra noi!” scrive George in una lettera accorata, dopo aver coraggiosamente pubblicato l’inchiesta segreta della sua amata Julie.

Ci sono poi Nancy e Andrea, personaggi che incarnano il giornalismo dei tempi odierni, quello che deve fare i conti con il mondo della comunicazione virtuale, della tecnologia, dei Podcast, dell’informazione che viene trasmessa nel flusso del web; una dimensione in cui ogni cosa può diventare notizia e allo stesso tempo può essere fake news. In questo scenario diventa sempre più difficile orientarsi nel ginepraio dell’informazione e soprattutto garantire una comunicazione vera all’interno di una realtà comunitaria e internazionale alla portata di tutti.

Il libro è diviso in quattro capitoli, ognuno dei quali prende il titolo dai rispettivi protagonisti della storia. Attraverso una struttura stratificata l’autrice comunica anche l’idea di un mosaico di vite che guarda, da prospettive diverse, verso il mondo dell’informazione. Quando George chiede di pubblicare l’inchiesta di Julie sa benissimo che le spie verranno a cercarlo per ucciderlo ma non ha paura. Così come Nancy non ha timore di pubblicare sul web la lettera di denuncia di George sull’assassinio di Julie.

L’ ideale della Verità è più forte di qualsiasi intimidazione. Così in un senso di rigoroso dovere etico e professionale i protagonisti si muovono con circospezione in un mondo pieno di spine, per restituire al lettore un racconto di denuncia e riflessione.

L’autrice si sofferma in particolare sul fenomeno del fogging, ovvero dell’annebbiamento, in un rimando continuo fra realtà e offuscamento. È annebbiamento quando una notizia viene modificata a piacimento, è annebbiamento quando essa viene cambiata, quando le informazioni sono omesse o addirittura manipolate. È fogging quando si raccontano i fatti trasmettendo verità che non corrispondono al reale. Questo aspetto è messo in primo piano nel libro e viene combattuto dai protagonisti del romanzo che lottano per la verità e per l’informazione corretta e trasparente.

Con il suo stile introspettivo inconfondibile, Filomena Iovinella penetra nei pensieri dei suoi protagonisti, narrandone le paure, i dubbi, il forte senso etico e morale che li ispira. In particolare la figura di Nancy è il centro focale della storia, attorno a lei ruotano le altre figure e le tematiche salienti che l’autrice affronta. Nancy è una donna piena di determinazione e coraggio, una giornalista che spende la propria vita per la giustizia e per la verità.

Legato a questa figura risulta molto interessante anche un altro tema, quello della difficoltà di Nancy, in quanto donna, di inserirsi in un mondo dominato da figure maschili. A tal proposito è rappresentativa la figura di Harry, alter ego della protagonista, personaggio enigmatico e funzionale a esprimere la dicotomia realtà-annebbiamento.

Il lettore, attraverso l’entrata in scena dei vari personaggi, si sente trascinato in un vortice in cui perde i punti di riferimento che lo ancorano alla realtà, e in questo si completa il quadro d’intenti della scrittrice: far vivere in prima persona a chi legge la sensazione di “annebbiamento” fra reale e verosimile. Come nelle sue altre opere, Filomena Iovinella rende i suoi espedienti narrativi e stilistici funzionali a trasmettere il senso della vicenda, in un reciproco richiamo linguistico, narrativo e tematico.

Il direttore è un libro dal linguaggio stratificato, strutturato in una narrativa complessa e originale che ricalca l’articolo giornalistico: per questo motivo è un testo che va letto con molta, moltissima, attenzione, in cui ogni parola è fondamentale per comprendere il quadro e il senso della storia. Un romanzo indicato a chi ama la verità, la giustizia e soprattutto a chi apprezza tematiche impegnate come quelle in cui la scrittrice si cimenta con risultati ogni volta sorprendenti.

 

FILOMENA IOVINELLA è nata a Frattaminore in provincia di Napoli e oggi vive a Torino. Ha conseguito la maturità tecnica e contabile e ha frequentato il corso di laurea in DAMS (discipline delle arti, della musica e dello spettacolo) presso l’Università degli Studi di Torino.

Negli anni ha partecipato a vari concorsi letterari nazionali e internazionali vincendo nel 2013, con la fiaba Segui me, il Premio Letterario Internazionale di Pomezia e ottenendo diverse menzioni di merito in ambito narrativo, poetico e fotografico, come quella ricevuta per il racconto Trent’anni d’attesa, in occasione del Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Dimensione Autore” anno 2019.

Diverse sono le sue pubblicazioni in formato eBook, tra cui la silloge L’inizio della fine, la fiaba L’ultima favola e il racconto E un giorno arrivò la libertà. Nel 2018 ha dato alle stampe Per volere del mio cuore, nel 2019 Impavida e Guerriera. Con la casa editrice LuoghInteriori ha già pubblicato due romanzi: Il direttore (2021) e A metà tra l’umano e il divino (2022). Tu sei un traditore è il suo ultimo romanzo (2023).