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Il 4 dicembre del 1997 moriva Alberto Manzi, il “Maestro d’Italia”

Il 4 dicembre del 1997 moriva a Pitigliano il “Maestro d’Italia” Alberto Manzi, pedagogista, insegnante e grande scrittore italiano. Nato a Roma nel 1924, dopo una breve esperienza in Marina, Alberto Manzi abbandonerà presto l’Istituto Nautico conseguendo prima il diploma presso l’Istituto Magistrale e poi laureandosi in Biologia, Filosofia e Pedagogia. Nel 1953, il professor Luigi Volpicelli lo vuole al suo fianco come assistente alla Scuola sperimentale del Magistero di Roma, docenza che il maestro abbandonerà presto, prediligendo la formazione ed educazione primaria.

L’esperienza pedagogica presso il carcere minorile “Aristide Gobelli” di Roma, si presenta come il primo banco di prova per l’insegnate.  Incarico abbandonato più volte dai precedenti colleghi, Alberto Manzi con straordinaria empatia riesce a vincere quell’ambiente considerato ostile e difficile, entrando nel cuore dei suoi ragazzi, giovani adolescenti più volte additati come “poveri delinquenti” , destinati alla solitudine e all’indifferenza. Attraverso la parola, l’arte del racconto e la sua inconfondibile gentilezza d’animo, il maestro intraprenderà con i suoi alunni in carcere un percorso educativo segnato dal cambiamento e dalla rivincita.

Dopo l’insegnamento in carcere, la carriera del Maestro proseguirà con il raggiungimento di traguardi che saranno destinati a cambiare la storia pedagogica ed educativa del nostro Paese. Alla volontà di raggiungere un’unità linguistica, promuovendo l’italianizzazione e combattere l’alto tasso di analfabetismo, il Ministero della Pubblica Istruzione si impegnerà in una campagna linguistica al fine di promuovere l’italiano, lingua al tempo ancora sconosciuta. A rientrare nel grande disegno pedagogico, con l’avvento della televisione, vi è il tentativo di sensibilizzare alla cultura e all’alfabetizzazione anche mediante i nuovi e potenti mezzi di comunicazione.

In accordo con il Ministero dell’Istruzione, il 15 novembre del 1960 la Rai manda in onda la prima puntata di Non è mai troppo tardi, esordio televisivo che vede il maestro protagonista insieme ai suoi cari allievi, uomini e donne di una vecchia e sfortunata generazione, lacerata dalla violenza, dalla povertà e dall’ignoranza. Impreziosite dalla sua profonda umanità, dedizione e amore per il sapere, il maestro da vita a lezioni di straordinario valore, rivelandosi un pioniere dell’alfabetizzazione ed offrendo, ai tempi del miracolo economico, umanità e sostengo.

Distante da ogni forma di umiliazione, discriminazione e pregiudizio, il caro Alberto Manzi è stato più volte al centro dell’attenzione per le sue posizioni riguardo la politica della scuola, un’analisi attenta descritta nelle sue lettere in cui trapela un spirito riformista e innovatore. Svecchiare l’Istituzione scolastica, preparare e formare gli insegnati, oltrepassare la linea del giudizio, guardare con il cuore andando oltre le apparenze e giudicando il valore, la perspicacia e il coraggio. Una figura pedagogica importante che si è rivelata una chiave di svolta nella storia scolastica del nostro Paese, offrendo fratellanza, gentilezza e prendendo per mano i suoi scolari, intraprendendo insieme il lungo cammino dell’informazione, della cultura e della rinascita.

Siete capaci di camminare da soli a testa alta, perché nessuno di voi è incapace di farlo.

A.M