Cinque giorni in barella al P.S. di Avezzano, i familiari: “urge intervento della Regione Abruzzo”
Una vicenda che potrebbe avere severi risvolti giudiziari
ROCCA DI BOTTE – Odissea, disavventura e indignazione. I figli di una anziana donna di Rocca di Botte, hanno richiesto un intervento immediato alla regione Abruzzo, ed in particolare all’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì attraverso la missiva affidata al legale di fiducia l’Avv. Velia Nazzarro. Una vicenda dalle tinte fosche, stando al racconto dei familiari, che ha riguardato la donna settantanovenne che stando alla ricostruzione dei fatti sarebbe stata lasciata un giorno in poltrona, poi quattro giorni in barella presso il Pronto Soccorso di Avezzano. Stando alla denuncia dei congiunti, oltre alla totale mancanza di assistenza, alla donna veniva cambiato il “pannolone” solo dopo energiche e pressanti richieste ed inoltre anche trovata “parcheggiata” in uno stanzino senza finestre. Ma molti sarebbero ancora gli aspetti da chiarire.
Una condizione di insalubrità e degrado, oltre che di malasanità che avrebbe comportato anche un peggioramento delle condizioni di salute dell’anziana donna.
Di seguito la nota integrale a firma dell’Avv. Nazzarro:
OGGETTO: Segnalazione disservizio Pronto Soccorso Presidio Ospedaliero SS. Filippo e Nicola – Avezzano – Richiesta intervento immediato.
Scrivo la presente in nome e per conto dei Sigg. ……………………., figli della Sig.ra ………………………, per denunciare il grave ed increscioso trattamento riservato alla madre dal personale sanitario del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Avezzano e sollecitare l’adozione di provvedimenti immediati al fine di evitare che altre persone siano costrette a vivere la stessa “odissea”.
Molto sinteticamente si precisa:
- La Sig.ra ………………………, classe 1944, sin dall’anno 2010, è stata riconosciuta persona portatrice di handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, L. 104/92;
- Nella mattinata del 27.02.2023, a seguito di valutazione medica, la Sig.ra …………….. (paziente) veniva accompagnata dalla figlia presso l’Ospedale di Tagliacozzo per presunta recidiva da “Clostridium”. A tal proposito, si aggiunge cha la Sig.ra …………… (paziente) nel mese di dicembre 2022 era stata ricoverata presso il Reparto malattie infettive dell’ospedale civile di Avezzano con polmonite interstiziale bilaterale causata da COVID e, in data 26 gen. u.s. era stata trasferita presso l’Unità di Cardiologia riabilitativa dell’Ospedale “Umberto I” di Tagliacozzo dove, tra le altre cose, le veniva riscontrata la positività al batterio “Clostridium” difficile, contratto durante la degenza in ospedale;
- Dopo il rifiuto dell’Ospedale di Tagliacozzo anche solo di visitare la Sig.ra ………….. (paziente), la stessa veniva accompagnata dalla figlia al Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di Avezzano;
- Nei “locali” del Pronto Soccorso, la Sig.ra………….. (paziente) è rimasta fino al giorno 03 Marzo totalmente priva di assistenza e in condizioni indecorose e non degne di un paese che si suole definire civile!!!
- La Sig.ra……………. (paziente), infatti, non ha ricevuto un letto: per cinque giorni è stata costretta a rimanere su una barella (il primo giorno su una poltrona), lasciata abbandonata a se stessa in una stanza del Pronto Soccorso, priva di qualsivoglia attenzione ed assistenza, sporca, emanava cattivi odori perché il pannolone le veniva sostituito soltanto quando i figli della ……….. (paziente) si lamentavano e sollecitavano il cambio) priva di acqua e visibilmente disidratata. ;
- In data 01.03.2023, lara ……………….. (figlia della paziente) recatasi in Ospedale ha trovato la madre abbandonata in uno “stanzino” di pochi metri quadrati che riusciva a contenere soltanto la barella (adiacente alla stanza del giorno precedente) e privo di finestre!!! Come se ciò non fosse sufficiente, il sacchetto contente il cambio dei vestiti puliti consegnato il giorno precedente, era rimasto intatto, lasciato a terra ed utilizzato come sacco della spazzatura;
- A nulla sono valse le lamentele e le richieste dei Sigg. ………….. (figli della paziente) di trasferire la madre in un reparto o, in alternativa, in un altro ospedale;
- Lo stato di abbandono della ………………. (paziente), la condizione in cui la stessa è stata costretta a rimanere per cinque giorni, ha aggravato il quadro clinico della paziente che, ad oggi, risulta totalmente dissociata e con il corpo martorizzato dalle piaghe da decubito.
- quanto sopra riferito è documentato da fotografie e video che sono a Vs completa disposizione;
- Soltanto nella giornata del 03.03.2023, dopo l’ennesima discussione e dopo aver informato dei gravi fatti anche il Direttore Sanitario Dott. Mascitelli, la Sig.ra ………………. (paziente) veniva trasferita nel reparto di Geriatria. Preciso che quella stessa mattinata, la Sig.ra…………… (figlia della paziente) aveva trovato la madre in uno stato di totale abbandono, con i vestiti completamente bagnati da una flebo che perdeva il liquido (i vestiti bagnati sono stati tagliati poiché a causa delle piaghe da decubito notevolmente peggiorate, la paziente non poteva essere facilmente sollevata);
- si precisa, infine, che il Sig…………. (figlio della paziente), dinanzi a tale vergognosa situazione e stanco dell’indifferenza mostrata nei confronti di una persona gravemente malata, nel timore che da tale stato di abbandono potesse derivare l’irreparabile, nella serata del 01.03.2023, alle ore 20:52, ha inoltrato una mail al servizio URP ASL1 Abruzzo, per segnalare “l’abbandono e la mancanza di assistenza di persona con handicap in situazione di gravità”.
Ovviamente la ricostruzione di cui sopra è volutamente sintetica e priva di ulteriori dettagli sconcertanti che i miei assistiti si riservano di riferire personalmente.
I fatti sopra riportati, oltre a creare un grave pregiudizio alla salute di una persona già gravemente malata e in situazione di handicap, sono sicuramente inaccettabili poichè ledono la dignità del paziente quale persona umana.
L’Azienda Sanitaria è tenuta garantire la tutela della dignità del paziente quale valore fondamentale dell’assistenza ospedaliera e deve garantirla da parte di tutti gli operatori che, a qualunque titolo, si trovino ad operare presso il nosocomio e possano entrare in contatto con il paziente.
Non è accettabile una sanità a “doppio binario”: tutti i cittadini meritano lo stesso trattamento, soprattutto quando parliamo di salute!
Per tali motivi, si richiede l’immediato intervento delle SSLL e l’adozione di tutti i provvedimenti necessari nei confronti delle persone ritenute responsabili di simili vergognosi comportamenti.
Restando a disposizione e in attesa di un sollecito riscontro, si inviano
Distinti saluti
Autorità in indirizzo:
Assessore Salute Regione Abruzzo
Verì Nicoletta
Gent.mo Dott.
Direttore Generale Asl 1 Abruzzo
Romano Ferdinando