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Arsoli, l’arte di strada, il dadaismo, le Teste Non Trattabili

Arsoli – Si è chiuso ieri, ad Arsoli, il festival dedicato agli artisti di strada, organizzato dai ragazzi del TNT, Teste Non Trattabili. Certo, la questione COVID-19 ci ha messo del suo, e l’ormai tradizionale scARTI di STRADA si è dovuto trasformare nel proprio spin-off, restART, degno erede, comunque, del main project.

Articolato in due giorni, restART ha visto infatti una disposizione segmentata per evitare assembramenti: due spettacoli il venerdì, due il sabato. Poi mascherine, misurazioni di febbre, sedie lontane; tutto – insomma – per far sì che l’evento potesse svolgersi regolarmente e in sicurezza.

E così è stato: artisti del fuoco, acrobati, juggler, macchine di Rube Goldberg. Arsoli, insomma, si è rivelata ancora patria degli outsider, custode di una pratica che suona oggi – nell’epoca delle funzioni, delle efficienze – più che mai fuori dall’ordinario. E perciò preziosa: l’artista di strada è il poeta del gesto inutile, del nonsenso dadaista, e sta lì la sua bellezza; ad alcune Teste Non Trattabili – non poteva essere diversamente – il merito di scovarli, apprezzarli, regalarceli.