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A Carsoli simbolico rientro della Madonna delle Rose tra nostalgia e rimpianto

Carsoli – E’ purtroppo un ricordo la processione del 14 agosto a Carsoli. Un momento comunitario di tradizione e fede particolarmente sentito e vissuto. Ed è in questa data che dai tempi dei tempi si “riporta” nella Chiesa Parrocchiale il quadro della Madonna delle Rose detta anche di San Vincenzo.  L’effige durante tutto l’anno si trova infatti presso la antica e suggestiva Chiesa omonina situata lungo la vecchia Tiburtina in direzione di Colli di Monte Bove.

Anticamente si andava a riprendere il quadro la mattina molto presto con processione all’alba, poi la tradizione venne cambiata e diventò un appuntamento serale per consentire una partecipazione piu’ ampia. E a Porta Napoli venne anche rievocata la antica tradizione dell’Inchinata: la Santa Patrona Vittoria che si inchina alla Madonna, dandole il benvenuto e quindi il rientro solenne in Chiesa.

La Madonna delle Rose è infatti la co-patrona unitamente a Santa Vittoria.

Quest’anno, causa le restrizioni covid, processione sfumata, il quadro è comunque giunto in Chiesa al scortato dal Parroco don Roberto Cristofaro, e si è svolta una sobria funzione con recita del rosario nella Chiesa Parrocchiale.

E’ un pò come se mancasse un tassello a Carsoli, poichè di fatto è questo il momento ufficiale che apre il periodo dei festeggiamenti che poi conclude il 22 ed il 23 Agosto con le solennità rispettivamente festeggianti la Madonna delle Rose e Santa Vittoria vergine e martire: la Santa tra le schiere.

N.d.d.r. : Ed è a Porta Napoli che la compianta Gina Cimei, era solita allestire il tavolo per accogliere e deporre la Madonna delle Rose, e nell’attesa con la sua proverbiale accoglienza, deliziava la delegazione ufficiale del Comune ed i componenti del comitato in trasporto di Santa Vittoria con le sue profumate e belle tazzine di caffè. Emozioni indescrivibili che costituiscono ancora di piu’ un rimpianto per non poter vivere e celebrare fede e tradizione e convivialità comunitaria. Ed è in queste circostanze in cui ci si accorge quanto in effetti tutto sia cambiato e stia cambiando. Starà a noi, sperando si possa ripartire, a non far assolutamente morire queste tradizioni. Lo dobbiamo alle future generazioni, ma soprattuto per rispettare quanti ci hanno fortemente creduto e che oggi non sono piu’ tra noi.  Di seguito alcune immagini, e la preghiera dell’Inchinata. (D.I. )