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Malasanità, per difendersi arriva la Corte Europea dei diritti del malato

Sempre più spesso sentiamo parlare di malasanità , di responsabilità dei sanitari o di risarcimento del danno in favore di chi sia rimasto vittima di errore medico .  In caso di diagnosi errata, di intervento chirurgico o di cura mal riuscita addebitabile a colpa professionale sanitaria , la persona danneggiata può chiedere il risarcimento del danno e principalmente del danno conseguente alla violazione del diritto alla salute, il quale è come noto , costituzionalmente garantito. Il danno risarcibile  può, comunque, collegarsi anche alla lesione di diritti diversi dalla salute, come per esempio, la dignità personale, il diritto all’autodeterminazione, il diritto all’informazione, il diritto a non soffrire. I casi di malasanità sono purtroppo molto frequenti e derivano principalmente da diagnosi errate, malattie gravi contratte all’ospedale, lesioni fisiche o psichiche conseguenti ad interventi sbagliati, come pure nascite indesiderate determinate dell’errore dell’ecografista che non ha rilevato una grave malformazione del feto, infezioni da HCV , HIV contratte in sede trasfusionale, sono alcune delle situazioni ricorrenti. Rilevantissimo è poi, il caso di violazione dell’ alleanza terapeutica tra medico e paziente e del consenso informato. La complessità della materia richiede professionalità competenti, ai fini della miglior gestione delle pratiche legali necessarie al fine di ottenere un giusto ristori dei danni da responsabilità medica. Non sempre è evidente il danno subito , e per mancanza di informazioni o di un valida consulenza medico-legale si preferisce soprassedere ritenendo di non aver diritto ad alcun risarcimento , al contrario , l’analisi approfondita del singolo caso consente di verificare l’esistenza degli elementi necessari per agire stragiudiziale prima e giudiziale poi , nei confronti dei sanitari responsabili e della struttura ospedaliera o di cura presso cui si è verificato l’evento dannoso.
“L’evoluzione giurisprudenziale, – spiega in una nota l’Associazione Cedim – peraltro, ha agevolato l’onere probatorio a carico della vittima della malpratica medica, così rendendo più agevole il conseguimento della risposta riparatoria.” Dunque, una qualificata consulenza preventiva può essere un passo preliminare importante per chiarire la propria situazione personale e decidere come procedere. Per presentare una domanda di risarcimento dei danni subiti per malasanità bisogna seguire un iter processuale specifico, che vede solo come prima tappa la valutazione e quantificazione del danno , a cui fa seguito tutto il complesso iter procedurale tecnico-giuridico a conclusione del quale si ottiene il giusto risarcimento .
È comunque importante conservare un approccio valutativo del danno subito dalla vittima considerando distintamente tali voci, al fine di pervenire ad una quantificazione del risarcimento da richiedere che tenga conto di tutte le conseguenze negative effettivamente riportate dal paziente danneggiato a cui va assimilata l’altra importantissima categoria giurdicamente protetta rappresentata dai “prossimi congiunti“ ( coniuge , figli , ascendenti , collaterali ) a cui spetta il risarcimento in caso di morte del parente o danno da questo subito in vita ( fatta salva la prescrizione del diritto).  Ai fini di una rapida ed efficiente definizione della controversia l’Associazione Cedim  imposta il caso in sede civile privilegiando la possibilità di addivenire ad un accordo di carattere stragiudiziale.

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