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Assalto al pronto soccorso di Avezzano, raffica di codici rossi e attese bibliche: è caos.

prontosoccorso avezzano 5Avezzano –  Assalto al pronto soccorso, raffica di codici rossi contemporaneamente, tempi di attesa insostenibili per gli altri pazienti e turni massacranti per il personale. La situazione all’ospedale di Avezzano è sempre più difficile e la preoccupazione per la qualità di servizi offerta ai cittadini è sempre più alta. Dopo la denuncia degli undici medici del pronto soccorso costretti a scrivere al ministro della Sanità per la situazione che si vive in uno dei più affollati pronto soccorsi della regione, ora a lanciare l’allarme è anche la Cisl e in particolare il sindacalista Giuseppe Capoccitti. “Tale situazione descritta la si vive e la si tocca con mano ogni giorno  soprattutto al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano”, afferma, “dove l’altra notte ci sono stati ben sei codici rossi ricoverati in emergenza nei vari reparti dell’ospedale”. 

Personale carente. Il punto è che il pronto soccorso marsicano deve coprire una popolazione di circa 140mila abitanti e in termine di numerici avrebbe bisogno di più personale e anche, come ospedale, di un maggior numero di posti letto che per l’appunto rapportato alla popolazione, i 220 posti letto di cui dispone sono veramente insufficienti. Il pronto soccorso di Avezzano dispone di un organico di 24 infermieri di cui sei precari a tempo determinato e uno con l’agenzia; tre con la causa di servizio di cui due – h 24 e uno h12 e un’ infermiere generico. Inoltre un infermiere per turno (quindi tre infermieri nell’arco delle 24 ore ) è adibito anche al servizio 118.

Locali insufficienti. L’unità operativa di osservazione breve (Obi) dove i pazienti dovrebbero stazionare per 48 ore, in realtà funge da vero e proprio reparto vista la carenza di posti letto negli altri reparti dell’ospedale. In tutto ciò va rimarcata anche la carenza del personale Oss per la mole di lavoro che è costretto a sobbarcarsi .

I numeri. Il pronto soccorso di Avezzano in termini di accessi è uno dei più produttivi. Al 10 di Ottobre i numeri dicono che vi sono stati 32 mila accessi con un trend a fine anno di circa quarantamila, il pronto soccorso di Tagliacozzo ad oggi presenta più di 6.000 accessi con un trend a fine anno che raggiungerà oltre 7.500, forse 8.000 interventi.  Anche il punto di emergenza di Pescinapresenta ad oggi 6.500 accessi con un trend di oltre 8.500 a fine anno e  il totale degli accessi dei pronto soccorso Marsicani ad inizio di Ottobre presentano perciò  44.500 accessi con un trend a fine anno di quasi 60mila accessi. “Come si può vedere”, afferma Capoccitti, “i numeri impressionanti che pongono un’altra domanda: ma i territori, i distretti sanitari e la medicina generale dove sono?

Blocco del turn over. “Nella polemica velata ma neanche troppo tra la regione Abruzzo e la direzione generale della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila sulla distribuzione dei fondi e sul blocco del turn over all’80 per cento del personale precario e sulla mancata autorizzazione da parte della regione a svolgere alcuni concorsi in particolare quello degli infermieri fermo ormai al 2005”, afferma  Giuseppe Capoccitti, responsabile Cisl fp sanità Marsica, “a rimetterci sono i lavoratori della Asl con le inevitabili ripercussioni sui Livelli essenziali di Assistenza (Lea). La precarizzazione di tutte le figure professionali all’interno degli ospedali della Asl”, aggiunge Capoccitti, “è ormai diventata quasi strutturale soprattutto in termini numerici gli infermieri e i tecnici la fanno da padrone con alle spalle anni di lavoro senza avere la possibilità di un futuro fatto di certezze. Il paradosso è che non si fanno concorsi o avvisi pubblici e però si continua ad assumere personale con le agenzie interinali e ad esternalizzare i servizi senza per questo ridurre la spesa sul personale. Sta di fatto che nonostante ciò, la carenza di personale nella Asl continua ad aumentare come ampiamente sottolineato da tutti. Questa condizione costringe il personale a sobbarcarsi turni massacranti, a volte attraverso anche doppi turni, in barba alla legge europea la n. 66 che impone un riposo di 11 ore tra un turno e l’altro”.

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